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Cosa è la riserva ovarica
Per capire di cosa parliamo quando diciamo che
una donna è poco fertile perchè presenta una
«riduzione della riserva ovarica» dobbiamo
innanzitutto cercare di capire cosa si intende per
riserva ovarica.
Una prima cosa da sottolineare è il fatto che nella
donna gli ovociti, a differenza di gran parte delle
altre cellule dell’organismo, non si possono
riprodurre ma solo «consumare».
Nel corso della vita fetale il patrimonio ovocitario
presenta la sua massima espressione con circa 6-
7 milioni di ovociti presenti intorno alla 20a
settimana di gestazione. In seguito tale numero si
riduce progressivamente per cui alla nascita vi
sono 1-2 milioni di follicoli (e quindi di ovociti)
che diventano 300-500 mila al momento della
pubertà, 25 mila intorno all’età di 37 anni, fino
a ridursi a circa mille all’età di 51 anni, cioè al
momento in cui mediamente insorge la
menopausa (2-4).
Quindi in definitiva con il passare degli anni
abbiamo una progressiva riduzione del numero di
ovociti disponibili e, purtroppo, tale riduzione si
accompgna anche ad una progressiva riduzione
della qualità (intesa fondamentalmente come
potenziale biologico di gravidanza) degli ovociti
rimanenti.
Questo aspetto è ben rappresentato nel grafico
(5,6) in cui sono raffigurati sia la riduzione
quantitativa del numero di ovociti in relazione
all’età (linea continua) che l’incremento degli
ovociti di bassa qualità (linea tratteggiata) ed
entrambi i fattori sono messi in relazione al grado
di fertilità.
Come possiamo osservare, già a partire dai 30
anni viene indicato un progressivo declino della
fertilità che poi sfocia in un vero e proprio
esaurimento delle capacità riproduttive dai 41
anni in su. E’ peraltro evidente che, se al fattore
biologico legato all’età associamo ulteriori fattori
che possono interferire con la fertilità della
coppia (patologie femminili o maschili), la
condizione non può che peggiorare ulteriorme.