La
riduzione
della
riserva
ovarica
non
sembra
associarsi
ad
una
drastica
riduzione delle percentuali di gravidanza nelle pazienti più giovani.
Un
recente
studio
pubblicato
sulla
rivista
Fertility
and
Sterility
da
Shiqiao
e
coll.
(1)
ha
messo
in
evidenza
come
non
sempre
la
riduzione
della
riserva
ovarica
si
associ
ad
una
drastica
riduzione
delle
probabilità
di
gravidanza
nelle
procedure
di fecondazione in vitro.
In
questo
studio
gli
autori
hanno
infatti
analizzato
le
percentuali
di
gravidanza,
le
percentuali
di
aborto
nonchè
l’incidenza
di
gravidanze
plurime
e
di
esiti
infausti
perinatali
in
pazienti
di
età
inferiore
ai
35
anni
che
si
trovavano
ad
affrontare
un
primo
ciclo
di
fecondazione
in
vitro
con
valori
di
ormone
anti-mulleriano
(AMH)
indicativi
per
una
marcata
riduzione
della
riserva ovarica (AMH <1,1 ng/ml) confrontandole con un gruppo di controllo con normali valori di AMH.
Nonostante
le
pazienti
con
ridotta
riserva
ovarica
avessero
avuto
bisogno
di
dosaggi
di
gonadotropine
somministrate
mediamente
più
elevati
rispetto
alle
pazienti
con
riserva
ovarica
nella
norma
(dose
totale
utilizzata
nelle
pazienti
con
ridotta
riserva
ovarica
2.396,24
+/-
758,12
UI
rispetto
ad
una
dose
media
di
2.785,73
+/-
712,74
UI
utilizzata
nelle
pazienti
con
ridotta
riserva
ovarica),
e
nonostante
il
numero
medio
di
ovociti
recuperati
sia
stato
nettamente
inferiore
nelle
pazienti
con
ridotta
riserva
ovarica
(4.73
+/-
2.54
vs
11.80
+/-
4.47
nelle
pazienti
con
riserva
ovarica
nella
norma),
i
tassi
di
gravidanza
clinica
per
transfer,
seppur
leggermente
inferiori
rispetto
a
quelli
delle
pazienti
con
riserva
ovarica
normale
(44,1% vs 56,4%) sono risultati nel complesso più che accettabili.
Anche
per
quanto
riguarda
inoltre
l’incidenza
di
abortività,
di
gravidanze
multiple
e
di
esiti
infausti
perinatali
non
si
sono
viste differenze particolarmente pronunciate.
In
conclusione
questi
dati
sembrano
sottolineare
come
il
fattore
età
sia
di
per
se
comunque
un
fattore
determinante
nella
probabilità
di
successo
in
un
percorso
di
fecondazione
assistita
ed
appaiono
senza
dubbio
incoraggianti
per
tutte
quelle
pazienti (e purtroppo oggi non sono poche) che presentano un quadro di riduzione prematura della riserva ovarica.
1)
Shiqiao
Hu,
M.D.,
Bei
Xu,
Ph.D.,
and
Lei
Jin,
Ph.D.
Perinatal
outcomes
in
young
patients
with
diminished
ovarian
reserve
undergoing assisted reproductive technology
. Fert Ster, 2020; 114: 118-24